Il mondo dell’alpinismo italiano piange Mario Merelli, il bi-conquistatore dell’Everest e di molte altre vette del club degli Ottomila, tra cui Annapurna e Gasherbrum I.
Dopo tante battaglie vinte contro le montagne più alte del mondo, il destino ha voluto che precipitasse proprio davanti a casa sua, in Valbondione, nel tentativo di arrivare in vetta a Punta Scais, una cima di oltre 3.000 metri sopra il Rifugio Baroni.
Merelli aveva 49 anni ed era originario di Vertova, nel bergamasco, ma risiedeva a Lizzola, appunto in Valbondione. Era collaboratore di moltissimi quotidiani, locali e nazionali, tra cui La Gazzetta dello Sport, e partecipava frequentemente a molti programmi televisivi, per propagare l’ideale di una montagna da conquistare in modo naturale senza l’aiuto di espedienti.
A nulla è valso l’intervento dell’elisoccorso, Mario era già deceduto. Ma noi preferiamo ricordarlo da vivo, col suo motto, che ancora campeggia sul suo sito web che ancora non è stato aggiornato con luttuoso evento:
“Il mio hobby? Sarebbe un sacrilegio non dire la montagna visto che è la mia Vita!”
Addio Mario