Descrivere l’incredibile, catastrofica gestione dell’atletica italiana da parte della sedicente federazione chiamata Fidal porterebbe via un tomo di centinaia di pagine. Si dovrebbe anche cominciare a scavare perlomeno dall’era Gola (lasciamo perdere i peccatucci di Primo Nebiolo tipo il salto fantasma di Evangelisti a Roma 1987, ma almeno lui l’atletica la promuoveva).
Limitiamoci dunque ad esaminare la gestione Arese, l’ultimo presidente nel quale si riponevano tante speranze all’insegna del “lui l’atletica l’ha praticata e sa cosa serva per farla rinascere”. Il fatto che venisse dalle alte sfere dell’Asics e che questa stessa azienda di abbigliamento fosse un main sponsor Fidal dava adito a qualche dietrologia, ma una possibilità si concede a tutti, no? Ebbene, noi l’abbiamo concessa. E abbiamo sbagliato.
Giunto a fine mandato, Arese ha fallito su tutta la linea, e lo dimostrano sia i risultati del vertice che il disastro della base, mai tutelata in alcun modo da un presidente nascosto nel suo palazzo di vetro.
Prendiamo a paradigma proprio la riunione per il budget 2012 svoltasi ieri. Due i punti più interessanti all’ordine del giorno: la situazione delle piste indoor italiane (quali piste?) e il tentativo di annientamento ai danni della categoria master, ovvero gli ultra35enni che costituiscono la stragrande maggioranza dei tesserati e che qualche fenomeno voleva bandire dall’attività assieme ali atleti assoluti, almeno a partire dai 40 anni, nonostante molti di loro avessero tempi e misure migliori di tanti ragazzi giovani.
Il motivo? Ignoto. Ma ecco la salomonica risoluzione-contentino in puro stile Fidal:
Varati definitivamente anche i regolamenti d’attività dei Master, delle categorie Promozionali, e della corsa in montagna. Tra le norme approvate, spicca quella relativa alla partecipazione dei Master all’attività assoluta, meglio precisata come segue: non ci saranno limitazioni alla presenza in nessuna manifestazione, a parte il Campionato di società assoluto su pista, al quale potranno prendere parte solo i tesserati delle categorie fino a MM o MF 45 (fino cioè ai 49 anni d’età).
Certo, ora fanno figurare di aver fatto un favore ai master, mentre rimane il fatto che gli ultra50enni sono stati esclusi dai CDS. E perché? Boh. Nessuno lo sa spiegare. Con tutte le cose da emendare si è deciso di toccare uno dei pochi punti che andava bene giusto per far imbestialire i tesserati
Punto due: l’attività indoor. Già qui uno si chiede quale attività, se da anni in Italia funziona praticamente un solo impianto, quello di Ancona, costretto a fare i salti mortali per ospitare tutte le manifestazioni al coperto. Però pomposamente la Fidal annuncia di avere…
Approvato il piano indoor 2012, per l’apertura degli impianti che ospiteranno l’attività al coperto sul territorio nazionale.
E cos’è che conterrebbe questo fantomatico piano, di grazia? I motivi per cui la pista di Padova non aprirà nemmeno quest’anno, dopo anni di prese in giro? Il mistero su dove sia finita la bella pista di Genova, prestata a Torino in occasione degli europei diversi anni fa e svanita nel nulla? I famosi fondi che dovevano servire a ricostruire il Palazzetto dello Sport di Milano crollato trent’anni fa e mai più rimesso in piedi, nonostante che qualcuno pagò un grosso risarcimento per il danno alla città?
Be’, siamo proprio curiosi di leggerlo appena sarà disponibile. Complimenti Arese, avanti così, tanto peggio di zero medaglie alle Olimpiadi non possiamo fare. In compenso la base è tutta contenta e soddisfatta, sìsì, del vostro bel sito web nuovo. A proprosito, quant’è costato il restyling in tempi di crisi e ristrettezze economiche?
Ma non finisce qui. Staremo addosso alla Fidal come cani rabbiosi da oggi in poi, e non vi passeremo più niente. NIEN-TE. Siamo nell’era di internet, se lorsignori non se ne fossero accorti. Nulla si può più nascondere.