Friday , 19 April 2024

Inno nazista ai mondiali di canoa? Una bufala, ecco perché

In questi giorni le pagine dei principali quotidiani italiani (uno su tutti, La Repubblica) si riempiono la bocca con un titolone quanto mai fuori luogo: “Inno nazista alla premiazione: gaffe ai mondiali di canoa”. Non è vero niente.

Per quanto lo stesso cronista tedesco si scandalizzi durante la cerimonia dipremiazione delle incolpevoli Anne Knorr e Debora Niche, come possiamo vedere nel video sopra, l’inno è quello tedesco. La musica è ovviamente identica e la strofa al centro della questione è semplicemente la prima anziché la terza.

Solo perché il regime nazista pose enfasi sulla prima strofa – la famosa Deutschland über alles… in der Welt (Germania sopra ogni altra cosa al mondo) – non si può pensare che si tratti dell’inno nazista, che è invece notoriamente il famigerato Horst Wessel Lied, dal nome del suo compositore (eccolo sotto).

Vero invece è che dal 1952 si è deciso di usare la sola terza strofa come inno della Germania Ovest di allora, anche perché si usciva dalla guerra e si preferiva insistere su parole di concordia che patriottiche. ma come detto la prima strofa è comunemente cantata e non è mai stata vietata ma semmai bandita in manifestazioni ufficiali.

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Ricordiamo anche che la musica di Das Lied der Deutschen fu composta da Haydn, ed era inizialmente l’inno dell’Impero tedesco.

Ecco la strofa incriminata

Deutschland, Deutschland über alles,
über alles in der Welt,
wenn es stets zum Schutz und Trutze
brüderlich zusammenhält.
Von der Maas bis an die Memel,
von der Etsch bis an den Belt:
Deutschland, Deutschland über alles,
über alles in der Welt.

E la sua traduzione letterale

Germania, Germania, al di sopra di tutto
al di sopra di tutto nel mondo,
purché per protezione e difesa
si riunisca fraternamente.
Dalla Mosa fino alla Memel
dall’Adige fino al Baltico:
Germania, Germania, al di sopra di tutto
al di sopra di tutto nel mondo,

Che c’è di nazista qui? Allora anche l’Inno di Mameli può apparire truce in certe parti, come

Son giunchi che piegano
Le spade vendute;
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia
E il sangue Polacco
Bevé col Cosacco,
Ma il cor le bruciò.

ma ci sono semplicemente ragioni storiche che giustificano certe strofe senza per questo incitare all’odio tra io popoli.

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About Luca Landoni

Giornalista pubblicista iscritto all'ODG Lombardia, mi occupo di sport, musica, spettacolo, politica, gossip e cultura: insomma, tutto e il contrario di tutto. Amante degli sport olimpici e del calcio minore. Ho praticato calcio, tennis, atletica leggera, tiro con l'arco, tennistavolo e Pokemon GO. Milanese emigrato, vivo in Trentino. Contatto: info@direttaradio.it