Domani inizia la Confederation Cup con la prima partita del gruppo A tra Brasile e Giappone e la nazionale della Nigeria non è ancora partita alla volta del Brasile. La squadra nigeriana dovrebbe debuttare nella manifestazione lunedì 17 affrontando la semisconosciuta selezione di Tahiti, utilizziamo il condizionale, perché questa mancata partenza delle Super Eagles ha lasciato uno strascico di caos sull’inizio della competizione.
La Fifa ha detto che il problema è risolto e che la nazionale nigeriana arriverà in territorio carioca nella giornata di domani, ma sarà veramente così? Lo potremo scoprire solo domani. Ma qual’è il motivo di questo caos? Ovviamente i soldi. I giocatori e lo staff tecnico della nazionale africana si sono rifiutati di partire, organizzando una sorta di sciopero decretato dopo che la federazione nigeriana aveva deciso di dimezzare un premio in denaro di dieci milioni di dollari promesso per ogni giocatore.
I giocatori sono stati categorici, dopo aver fatto un passo decisivo per la qualificazione ai prossimi mondiali (i risultati ottenuti la scorsa settimana, hanno proiettato la Nigeria ad un punto dall’accesso matematico a Brasile 2014), si aspettano di ricevere completamente il premio pattuito e visto che così non è, la squadra ha rifiutato di partire.
La vicenda lascia tanti dubbi: la Fifa sembra tranquilla e non vede in pericolo l’inizio della Confederation Cup, ma la certezza di vedere la Nigeria ai blocchi di partenza la si avrà solo quando il team africano metterà piene sul suolo brasiliano. Se invece la Nigeria decidesse invece di proseguire nella sua protesta, si potrebbe attrezzare un girone B a tre squadra di emergenza, con la Fifa che a quel punto sarebbe costretta a punire severamente gli ammutinati nigeriani, così le super aquile andrebbero certamente incontro all’esclusione dal prossimo mondiale.
Ma questa eventualità è ben nota anche agli stessi giocatori nigeriani, che certo non vorranno macchiarsi di una simile onta ed alla fine potrebbero decidere di mettere da parte i loro propositi bellicosi e partire alla volta del Brasile come da programma. Chi vivrà, vedrà.