Ci siamo. Finalmente nella notte abbiamo assistito alla confessione piena di Lance Armstrong. IL ciclista ha ammesso davanti alla regina degli anchorman americani Oprah Winfrey, di aver fatto uso di doping per vincere tutti e sette i Tour de France consecutivi che lo hanno visto in maglia gialla.
L’intervista comincia proprio con le domande decisive, dirette, cui Lance risponde sempre di sì. Ti sei dopato? Sì. Hai usato Epo? Sì. Hai usato l’autoemostrasfusione? Sì. Era necessario farlo per vincere? Sì. Hai usato cortisone e testosterone? Sì.
Trovate tutto nel video sopra, che riporta la parte iniziale e decisiva dell’intervista; insomma, tutto il succo. In seguito il ciclista dirà di non aver mai costretto nessuno dei compagni a fare lo stesso e che il suo grande errore è stato di tornare alle corse (da pulito, lui dice) nel 2009. E anche di aver combattuto l’Usada invece di collaborare fin dal principio.
Noi vogliamo però ricordare che Armstrong – che ha anche detto che in tutto il gruppo di ciclista forse 5 o 6 su 200 non si drogavano – non è un dopato qualunque, da commiserare o di cui avere pietà umana, come il grande Pantani per esempio. No. Lui ne ha fatto un sistema scientifico ed è stato sempre arrogante, fino alla fine, sia per comportamento in corsa (con chi lo accusava) sia al di fuori. È per questo che io non provo pietà. Solo rabbia. E penso anche che il ciclismo vada azzerato e debba ricominciare da capo, anche senza Olimpiadi.