Saturday , 20 April 2024

Morte Morosini, i periti del gip: “Omesso uso defibrillatore”

Nuovo capitolo del caso che riguarda la morte di Piermario Morosini. Oggi i periti del gip hanno dichiarato che “Tutti i membri dell’equipe medica hanno omesso di impiegare il defibrillatore“.

Le conclusioni dei periti non discostano molto dalla perizia già a suo tempo predisposta per il pm D’Agostino dal medico legale che effettuò l’autopsia, Cristian D’Ovidio. A suo tempo D’Ovidio scrisse che i medici “Porcellini e Sabatini omisero erroneamente di ricorrere all’uso del defibrillatore, sebbene nella concitazione del momento i sanitari possano non aver avuto immediata conoscenza della disponibilità”.

Anche lo stesso D’Ovidio ritenne più grave la posizione del medico del 118, Vito Molfese, che ha “una condotta complessivamente omissiva su ogni aspetto diagnostico-terapeutico necessario ed atteso nel caso in esame. Questo perché “il medico del 118 – continuava D’Ovidio – rappresentava in quella situazione, e senza alcun dubbio, il sanitario più qualificato poiché preposto alla gestione dell’emergenza extraospedaliera. Lo stesso non solo non assumeva alcun controllo della situazione e non effettuava alcuna manovra diagnostica-terapeutica – proseguiva l’attacco di D’Ovidio – ma oltretutto disponeva la mobilizzazione del paziente, in una fase in cui erano in atto le principali manovre di cardio-rianimazione ed il paziente non poteva considerarsi stabilizzato”. Ma soprattutto, scriveva D’Ovidio, “il medico del 118 è leader indiscusso nei soccorsi“.

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In sostanza i periti del Gip non hanno fatto altro che confermare le conclusioni alle quali era giunto il medico legale, quando questi concludeva che “data la giovane età del Morosini e l’esiguità dell’estensione cicatriziale riscontrata all’esame anatomo-patologico, l’assenza di coronaropatia e l’immediata disponibilità del defibrillatore, la possibilità di un celere trattamento qualificato, consente di ritenere che l’evoluzione del quadro patologico in atto su Morosini sarebbe stata favorevole”.

I periti hanno concluso confermando che la morte di Morosini è stata causata da una cardiomiopatia aritmogenea e che il decesso è stato improvvisamente favorito dall’intenso sforzo fisico al quale il giocatore era sottoposto. Le conclusioni verranno dibattute nell’incidente probatorio del prossimo 19 aprile e sul registro degli indagati figurano: il medico del Livorno Manlio Porcellini – il primo ad intervenire – quello del Pescara Ernesto Sabatini, il responsabile del 118 dello Stadio Adriatico Vito Molfese – che ha la situazione più delicata – e il primario del Civile di Pescara Leonardo Paloscia, il quale ha un ruolo più marginale.

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