Negli anni novanta era uno dei giocatori più estrosi a livello mondiale, arrivò anche in Italia, indossando la maglia della Lazio, e quando riusciva a rimanere lontano dagli eccessi di una vita spericolata, qualche magia la regalava anche a chi seguiva la serie A italiana, come una rete in dribbling al “Adriatico” di Pescara.
Ora non gioca più a calcio, ma non ha abbandonato quegli eccessi che hanno accompagnato tutta la sua vita: Paul Gascoigne non riesce a stare lontano dall’alcol e le sue condizioni si sono aggravate nuovamente. Tutto è iniziato giovedì scorso, quando l’ex giocatore si è presentato ubriaco ad una serata di beneficenza organizzata a Northampton, mostrando agli occhi di tutti, come la sua dipendenza dalla bottiglia non fosse ancora una cosa superata, anzi, Paul era tremebondo e non riusciva nemmeno a salire sul palco, allora sono accorsi degli inservienti ad aiutarlo.
Ma la scena pietosa non è però finita, perché Gascoigne ha prima iniziato ad inveire, insultando senza una ragione precisa il suo ex compagno Brian Robson ed tanti i miliardari che popolano il calcio moderno, per poi scoppiare a piangere, urlando le sue scuse ai presenti e la cosa ha fatto calare un velo di tristezza nell’animo dei cinquecento che erano accorsi a festeggiarlo.
Gazza ama birra e whisky, così, prima dell’avvenimento, aveva ben pensato di farne lunga scorta, bevendo per tre giorni consecutivi. La vicenda ha fatto ricordare a tanti che questa sua dipendenza sta continuando ad accorciargli la vita. Così l’Inghilterra si è allarmata, perché già nel 2005 è stata colpita dalla tragedia di George Best, ucciso dalla bottiglia quando non aveva ancora compiuto sessantanni, e non si vuole piangere un altro genio dannato del calcio inglese per lo stesso motivo.
La prima a lanciare l’allarme è stata proprio la vedova di Best,che ha ricordato le tante similitudini delle vicende di Goerge e di Paul, ed a lei si sono uniti tanti ex calciatori; come i bomber Gary Lineker ed Alan Shearer, il portierone danese Peter Schmeichel e tanti alti. Tutti uniti per non abbandonare Gazza e per ottenere un aiuto dalla associazione dei calciatori britannica, con l’obbiettivo di convincere a Paul a rientrare in clinica ed ad disintossicarsi, anche se nell’ambiente di chi è molto vicino a Gascoigne, c’è la sensazione che l’ex calciatore abbia perso la voglia di vivre, rassegnandosi quasi ad una fine precoce ed inevitabile.