Una bruttissima notizia rattrista queste feste di Natale. La morte di Mario Camicia, storica voce del nostro golf, di cui si può dire scopritore nel nostro paese, in cui da sport di nicchia è diventato fenomeno conosciuto ai più.
Camicia, settant’anni, romano, aveva un modo tutto suo di interpretare le cronache golfistiche, con un approccio da giocatore dilettante che ha avvicinato moltissimi a questo sport. In più non lesinava battute, contribuendo a ravvivare un po’ un gioco pieno di momenti morti. Con Grappasonni su Sky formava una coppia davvero affiatata, che tra le altre cose ha accompagnato la vittoria dell’Italia in Ryder Cup con i fratelli Molinari lo scorso anno.
Indimenticabili alcuni suoi detti golfistici, come “c’è ancora golf” per indicare una pallina ancora da mettere in buca, e numerosissime le sue iniziative di propaganda e le partecipazioni editoriali e collaborazioni giornalistiche, tra cui quella di lunghissima data col Giornale di Indro Montanelli, proseguita poi con i successivi direttori.
Addio Mario, ci mancherai quando alla buca 16 di Tolcinasco, che tu agli Open d’Italia definisti un “mostro”, cercheremo di non mettere la pallina in acqua…