Saturday , 27 July 2024

Pescara-Triestina 11-12 dcr: non è ancora Zemanlandia

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Il Pescara non va oltre il 2-2 con la Triestina (Lega Pro) e perde davanti al proprio pubblico dopo un’infinita lotta ai rigori (9-10).

Ma quello che ha lasciato l’amaro in bocca ai tifosi abruzzesi, giunti in 6000 allo Stadio Adriatico nel caldo pomeriggio pescarese, è il fatto che le buone cose fatte vedere dagli zemaniani contro la Real Sociedad, oggi non si sono viste.

O meglio, si sono viste solo nel finale di partita quando grazie alle prodezze di Insigne (già idolo dei tifosi) il Pescara ha raddrizzato un pesantissimo 0-2.

IL MIGLIOR ATTACCO E’ LA DIFESA. L’atteggiamento del Pescara targato Zeman si capisce già dal calcio d’inizio, con la squadra schierata con i centrali Romagnoli e Capuano al limite dell’area e poi tutti gli altri sulla linea del centrocampo. E’ un atteggiamento offensivo che rimane tale solo sulla carta, perchè soprattutto nella prima frazione i biancazzurri si perdono in passaggi in orizzontale che non favoriscono i folletti Insigne e Sansovini.

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I centrocampisti perdono così troppi palloni e mettono in evidenza tutti i limiti difensivi di una linea schierata fin troppo alta, che sbaglia quasi sempre la tattica del fuorigioco.

TERZINI ALTI. La nota positiva del primo tempo (lo sarà per tutta la gara) è la costante spinta dei terzini su entrambe le fasce. Infatti i maggiori pericoli arrivano dalle incursioni di Zanon a destra (grande occasione non sfruttata da Maniero) e Petterini a sinistra (si procura un rigore che Sansovini sbaglia).

Gol mangiato gol subito. La Triestina elude il fuorigioco e Pinsoglio con un goffo intervento commette fallo in area, rigore e gol ospite. E’ la legge del calcio.

LA MOSSA.Ma il Pescara lezioso e lento del primo tempo rimane negli spogliatoi. Zeman trasforma la squadra nella ripresa inserendo Verratti nel ruolo di playmaker e Giacomelli al posto dell’impalpabile Maniero. E’ la mossa che cambia il corso della partita e anche il modo di giocare della squadra.

Verratti fa tanto possesso e non perde mai la palla, Togni ha più spazio per correre e porta via l’uomo a Insigne che spesso e volentieri taglia in mezzo. E’ il gioco che vuole Zeman e i suoi ragazzi capiscono di essere sulla strada giusta.

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SULL’ORLO DEL BARATRO. La visione di gioco di Verratti e la buona tenuta di Romagnoli e Capuano in difesa consente di spingere parecchio sulle fasce dove ora c’è più qualità. Ma è il preludio al gol di Godeas che di nuovo, a 10′ dalla fine, evidenzia i limiti della difesa pescarese e le incertezze di Pinsoglio che rimane in porta invece di uscire al limite dell’area piccola.

INSIGNE. Il Pescara non demorde e crea l’azione perfetta: Verratti per Togni, tocco a Sansovini che di prima pesca Insigne che evita il fuorigioco e batte il portiere avversario. La Triestina non può reggere il ritmo che ora Verratti e Giacomelli imprimono alla squadra e si piega al gol da cineteca di Insigne (piatto sinistro all’incrocio).

Nei supplementari il Pescara continua sulla falsa riga del secondo tempo, ma spreca tanto in area di rigore nonostante la spinta costante di Zanon e Giacomelli. Il fatto che si perda ai rigori è solo una conseguenza della giornata no di Sansovini.

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Il problema sta, in realtà, alla fonte: una squadra ambiziosa come il Pescara non doveva arrivare ai rigori con la Triestina, ma chiudere la partita molto presto.

La parvenza zemaniana c’è. Ma è ancora presto per parlare di Zemanlandia.

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